Una tribu’ che viaggia

Possiamo imparare a viaggiare? La risposta è no, dobbiamo farlo! Infatti, imparare a viaggiare non è solo una reale possibilità ma è soprattutto un dovere, una necessità sempre più urgente per la salvaguardia dei luoghi e della natura. Ma è un dovere anche verso noi stessi, riscoprire che attraverso un viaggio possiamo ritrovare la nostra vera identità e incontrando l’altro conoscerci. Un libro per acquisire una consapevolezza diversa di fare turismo, un manuale per scoprire il vero viaggio: dedicato ad ogni turista che vuole scoprire la sua dimensione di viaggiatore. Oggi si viaggia soprattutto per evasione, per fuggire allo stress quotidiano e anche i ritmi sono stati accelerati, violati. Non ha senso viaggiare senza cercare di capire, e per “entrare” davvero in un luogo occorre regalarsi del tempo. Non temere di aggirarsi in silenzio per vie e vicoli assaporando l’aria e guardando i volti della gente. Staccare il timer della visita organizzata per sedersi su una panchina o al bordo di un prato e semplicemente osservare. Percepire le emozioni che quel determinato luogo può trasmetterci, ascoltare in silenzio e ascoltarci interiormente. Difendere l’ambiente anche con il giusto approccio “turistico” si può e si deve fare. Occorre, tramite una corretta formazione, arrivare ad elevare la qualità del viaggiatore, educare al rispetto dei luoghi e delle culture degli altri popoli. E’ un atteggiamento mentale che ci porta a raffrontarci con una cultura diversa dalla nostra. Viaggiare significa tolleranza, e tolleranza significa comprensione: la comprensione e la conoscenza sono alla base della pace fra i popoli. E allora in tempi come i nostri, costruiti su convivenze etniche e globalizzazione, imparare a viaggiare può voler dire accettare l’altro, il diverso, e introdurre nella mente delle persone un sentimento di pace e rispetto per l’umanità e per la natura